
Di chi la colpa della morte di queste giovani donne?

Dopo il caso di Camilla, deceduta a seguito del vaccino AZ, “morta per colpa sua” perché “colpevolmente” affetta da malattia autoimmune…
la Regione Lazio ci ripensa…

Il coordinatore del Cts, Locatelli, tuttavia insiste:
“AstraZeneca a over 60. Sotto i 60 vaccini a mRna”. Il contesto epidemiologico sarebbe mutato e il Cts, in dialogo stretto con Aifa e le altre istituzioni sanitarie, rivaluta ora le indicazioni all’uso del vaccino AstraZeneca. Il generale Figliuolo rassicura: la decisione avrà qualche impatto ma c’è la sostenibilità logistica per cambiare il piano.
Voi avete capito cosa possa significare che c’è “la sostenibilità logistica per cambiare il piano“? Io no… Boh!? Credo significhi che il generale, essendo tale, potrà permettersi di fare come niente fosse stato e appurato che il primo può uccidere ma il secondo no, scambiare facilmente e agilmente AZ con PFZ…
malgrado anche
malgrado i quotidiani “aggiornamenti senza correlazione” raccolti nel sito esclusacorrelazione.it, un cimitero, non solo digitale.
Nel frattempo appaiono altri ripensamenti un pò più altolocati (1) in cui si ridiscute la razio della campagna per “immunizzare” i più giovani. Ne parla “La Verità” dell’11 giugno.
Nel caso dei giovani era particolarmente evidente che il rapporto beneficio/rischio fosse assolutamente a sfavore della campagna vaccinale: il beneficio essendo praticamente nullo – i giovani, infatti, non si ammalano di covid – a fronte di rischi altissimi, anche a breve termine, come la cronoca non riesce più a nascondere.

L’articolo pubblicato da Lancet COVID-19 herd immunity by immunisation: are children in the herd? cos’ esordisce: Il flagello da COVID-19 è stato globale, ma i sottogruppi più colpiti nella popolazione sono stati in gran parte anziani e individui con condizioni di comorbilità che li predispongono a malattie sempre più gravi e scarsi risultati. Nel complesso, il carico di malattia nei bambini è stato ragionevolmente lieve, anche in quelli con comorbilità, come nel caso di condizioni oncologiche.
Non osiamo pensare all’ira funesta cui potrebbero essere soggetti i nostri illustri fact checkers locali o i televisiviscienziatinostrani qualora dovessero leggere le “sacrileghe” considerazioni conclusive dell’autore, Stephen Obaro che, tuttavia, faranno finta di non vedere:
“L’incidenza ragionevolmente bassa di COVID-19 nella popolazione generale dei bambini, l’insolita manifestazione con sindrome infiammatoria multisistemica nei bambini più grandi e negli adolescenti e l’assenza di dati epidemiologici che incriminano i bambini nella trasmissione di SARS-CoV-2, pongono importanti fattori immunologici, enigmi etici ed economici che richiedono un attento esame prima della distribuzione di qualsiasi vaccino COVID-19 nei bambini”.
Forse quelli di La7 – di Martedì potrebbero “efficacemente sbeffeggiare” un ricercatore come S. Obaro?





Per grandi personalità come il sottosegretario Sileri, la grande scienziata Barbara Gallavotti e la Capua, coordinati dall’enorme Giovanni Floris è, infatti, un gioco da ragazzi dimostrare quanto si sbaglino persino i premi nobel.
L’immenso, luminosissimo, Floris, così esordisce: la dott.ssa Capua e la prof.ssa Galavotti già si sono dovute sorbire la loro dose di Montagnier, premio nobel che ha chiesto di fare attenzione ai vaccini… mentre parte lo spezzone di intervista al Nobel da esecrare e ridimensionare…
L’intervistatore di FranceSoir chiede a L. Montagnier: secondo lei, professore, c’è un rischio evidente oggi di avvelenare le generazioni future a causa degli errori di questo vaccino? Non lo sappiamo, avvelenare è una parola molto forte, risponde Montagnier, ma è vero che non siamo in grado di prevedere cosa succederà dopo le vaccinazioni, e non possiamo accettare il rischio per i bambini. Non c’è solo il vaccino. Ci sono terapie che funzionano e che costano poco.
Continua “colpevolmente” Montagnier: Cercherò di mitigare l’entusiasmo per questo vaccino. L’accettazione del vaccino è un errore perché rischiamo di avere effetti assolutamente imprevedibili. Per esempio i tumori, che potrebbero proliferare. Questo è il pericolo quando si gioca all’apprendista stregone!
Il luminare G. Floris si affretta a definire fake news, proliferanti soprattutto in America, le parole pronunciate da Montagnier che starebbero influenzando moltissimo, e soprattutto gli atteggiamenti verso i vaccini. Aggiunge l’illuminato giornalista: diceva prima la prof.ssa Capua, guardate! La curva si schiaccia se ci vacciniamo, se non ci vacciniamo, no…!
E Sileri, interpellato dall’illuminato: lei sta parlando al medico prima che al sottosegretario e allora, inanzitutto, i bambini hanno avuto un numero di ricoveri tre volte superiore a quello dell’influenza stagionale; e questo in tutti i paesi occidentali. Significa che se fai il vaccino eviti le grosse complicanze che puoi avere non solo nell’età tarda adolescenziale, parliamo anche sotto i 12 anni! L’unica cosa secondo me corretta che ha detto, ma non voglio contrastare un premio Nobel, è che oltre alla vaccinazione ci sono anche le cure, ma attenzione, il virus si combatte con la vaccinazione. Cosa accadrà dopo 1,2,3,4,5, vaccinazioni? Assolutamente nulla! Perché il virus circolerà sempre di meno e magari nei prossimi mesi, anni, diventerà un banale raffreddore. L’unica speranza che abbiamo è la vaccinazione. Senza vaccinazione, soprattutto gente sopra i sessant’anni rischia di andare in ospedale e morire in terapia intensiva!
(vedi qui la registrazione della trasmissione).
Ci si chiede se a Sileri sia nota la letteratura scientifica in cui si parla di varianti da vaccino, endemizzazione, meccanismi del danno da vaccino ecc.?. Io qualche dubbio l’avrei.
Nel frattempo anche la Germania si pente e dice no al vaccino per bimbi e ragazzi sani nella fascia da 12 a 17 anni, e udite, udite, contro il parere del nostro capo generale Figliuolo che propone Pfizer, si osa affermare: “L’uso di Comirnaty, il vaccino anti-Covid di Pfizer BioNTech, – nei bambini e negli adolescenti di età compresa tra 12 e 17 anni senza malattie pregresse non è attualmente consigliato in via generale -. E’ questa la raccomandazione diffusa in Germania dal Comitato permanente per la vaccinazione (Stiko) presso il Robert Koch Institute”.
Anche i professori Bjornstad e Antia e Lavine, sul British Medical Journal, affermano che independentemente dal tipo di vaccinazione: ”È difficile ora giustificare la vaccinazione contro il Sars Cov 2 per la maggior parte dei bambini nella maggioranza dei Paesi”.
Attendiamoci pubblicazioni da parte del comitato scientifico del di Martedì di La7 e del generalissimo, su Lancet, BMJ e rotocalchi simili a smentita delle fakenews diffuse dai tanti esecrabili autori, poveri novax, negazionisti e forse anche un pò nazisti…
Aggiornamento del 15 giugno
da Corvelva: Le nuove forme di trombosi da vaccino hanno una patogenesi autoimmune. Localizzazione cerebrale o splan-addominale accompagnata da severo piastrinopenia, diversa dalla comune trombosi venosa profonda, l’embolia polmonare molto frequente nella popolazione generale. Va trattata in modo specifico (ascolta qui)
Aggiornamento del 22 ottobre 2021

Vedi anche Gospanews
Aggiornamento del 28 Gennaio 2021
Il servizio che segue è reperibile su Byo blu all’indirizzo:
https://www.byoblu.com/2022/01/28/camilla-canepa-medici-sapevano-che-era-vaccinata/
“Si torna a parlare del caso di Camilla Canepa, la studentessa diciottenne ligure deceduta lo scorso 10 giugno dopo essere stata colpita da una trombosi causata dal vaccino. È sempre stato giallo sulla vicenda, con la giovane che ha accusato effetti avversi fatali, in seguito alla somministrazione del preparato anglo-svedese Astrazeneca (Vaxzevria).
I medici dell’ospedale di Lavagna sapevano che Camilla aveva ricevuto la prima dose del vaccino Astrazeneca, questo quanto emerso dalle audizioni dei medici, ascoltati dai pubblici ministeri Francesca Rombolà e Stefano Puppo. Le indagini proseguono sotto la direzione del procuratore Francesco Pinto. Il 25 maggio 2021, Camilla Canepa aderisce all’open day vaccinale organizzato dalla Regione Liguria. Il 3 giugno si reca all’ospedale di Lavagna e accusa una forte cefalea, accompagnata da fotosensibilità. Viene dimessa dopo una tac senza contrasto, ma torna due giorni dopo in gravissime condizioni con una trombosi al seno cavernoso. Morirà il 10 giugno al policlinico San Martino di Genova.
Sciacallaggio mediatico
La campagna vaccinale di massa è iniziata da poco, e non possono essere instillati dubbi nella popolazione. Il vaccino Astrazeneca viene prima sospeso per gli under 60, poi ripreso e infine ritirato definitivamente. Sui giornali viene quotidianamente rievocata Camilla, con titoli irrispettosi della sua prematura scomparsa, il cui unico scopo è quello di negare a priori un nesso causale con il vaccino anti-Covid.
“Camilla Canepa soffriva di una malattia autoimmune del sangue e assumeva una doppia terapia ormonale”, scrive il Corriere della Sera, presto seguito a pappagallo dagli altri quotidiani. “Camilla aveva una malattia autoimmune: ecco quale”, esordisce il Giornale, un giorno dopo il decesso della ragazza. La natura acchiappa click del giornalismo moderno non si ferma neanche davanti al dolore dei familiari della studentessa. “Camilla era sana”, si limitano a dire i genitori, forse chiamati in causa dall’infangamento mediatico del nome della loro defunta figlia. Alcuni mesi dopo, l’esito dell’autopsia: Camilla “non aveva alcuna patologia pregressa e non aveva preso alcun farmaco”.
Le giravolte su Astrazeneca
Nel frattempo, Astrazeneca cambia nome in “Vaxzevria” e viene progressivamente eliminato dai vaccini disponibili. Chi ha ricevuto la prima dose del vaccino anglo-svedese, deve effettuare il richiamo con i farmaci a tecnologia mRna di Pfizer o Moderna. Gli Stati occidentali “sbolognano” le dosi di Astrazeneca a paesi africani, definendo il gesto una “donazione”. Soltanto la Nigeria, lo scorso 22 dicembre 2021, ha distrutto oltre un milione di fiale Astrazeneca, poiché scadute. E pensare che, a inizio marzo, il presidente del Consiglio Mario Draghi aveva bloccato l’export in Australia di 250.000 dosi proprio del vaccino anglo-svedese. Un gesto che dal mainstream era addirittura stato paragonato alla “notte di Sigonella” di Bettino Craxi.
Le incongruenze nella cartella medica
Le indagini sul “caso Canepa” proseguono nel silenzio assordante di quella stampa che ha dato in pasto all’opinione pubblica la vita di una giovane ragazza. Emerge che, al primo ricovero, la cartella clinica della diciottenne non menzionava il fatto che la giovane fosse vaccinata. L’assenza di questo dettaglio cruciale avrebbe quindi comportato la trascuratezza delle linee guida per diagnosticare la Vitt, la reazione avversa al vaccino che ha causato la morte della studentessa. La tac era stata effettuata senza liquidi di contrasto e questo nonostante le piastrine di Camilla fossero in continua discesa. Il 5 giugno Camilla Canepa torna all’ospedale di Lavagna con una trombosi in corso e viene trasferita al San Martino di Genova, dove subisce un intervento alla testa ma, purtroppo, con un ritardo irrimediabile.
Chi è responsabile della morte di Camilla Canepa?
Al secondo ingresso in ospedale, lo status della vaccinazione di Camilla appare nella cartella clinica. Secondo i genitori della ragazza, la somministrazione della prima dose era già stata menzionata la prima volta. Nel corso delle investigazioni, è inoltre spuntato un messaggio di Camilla a un conoscente, nel quale diceva di essere trattenuta in ospedale “per il vaccino”. Silenzio totale riguardo alla scomparsa della ragazza da parte del presidente del Consiglio Mario Draghi e del ministro della Salute Roberto Speranza. Come se fosse l’assoluta normalità che una ragazza sana di diciotto anni perda la vita in seguito all’assunzione di un farmaco. Chi è responsabile della scomparsa di Camilla Canepa?”
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