Referendum atomico

Referendum atomico

Settembre 27, 2022 1 Di Francesco Cappello

Il 21 settembre il presidente Putin è tornato ad avvertire che in caso di minaccia all’integrità territoriale della Russia sarà possibile l’impiego delle armi atomiche.

Le Repubbliche Popolari di Donetsk e Lugansk e le amministrazioni civili militari delle oblast’ di Kherson e Zaporozhye stanno tenendo, dal 23 al 27 settembre, sotto i bombardamenti con armi occidentali di precisione, i referendum, per decidere l’accesso alla Federazione Russa. L’esito dell’annessione è quasi certo così come certamente avverrà la ratifica formale dei risultati della consultazione da parte di Mosca. Da quel momento in poi l’intervento militare russo in Ucraina non sarà più una “operazione militare speciale” in territorio straniero ma un’operazione di difesa tout court delle Repubbliche popolari divenute russe a tutti gli effetti dopo otto anni di guerra subita e migliaia di vittime nel post colpo di stato neonazista del 2014.
Gli Stati Uniti da una parte dichiarano che imporranno ulteriori sanzioni economiche contro la Russia se il Cremlino dovesse andare avanti con i suoi referendum “farsa” dall’altra la Casa Bianca minaccia conseguenze catastrofiche nel caso in cui la Russia dovesse usare armi nucleari.
Il consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca Jake Sullivan dichiara, infatti: “Se la Russia oltrepasserà questa linea ci saranno conseguenze catastrofiche per la Russia. ’’I russi devono capire che ci stiamo preparando per ogni evenienza e faremo il necessario per dissuadere la Russia dal fare questo passo. E se lo fanno, risponderemo in modo decisivo”.

Medvedev, ex presidente e primo ministro russo, ora vicepresidente del Consiglio di sicurezza della Russia dichiara: «non è un bluff, useremo l’arma nucleare se necessario»
’’La Russia utilizzerà armi nucleari se essa o i suoi alleati verranno attaccati utilizzando tali armi o se vi sarà una minaccia per l’esistenza della Russia’’.

Il prezzo alla borsa olandese lievita ulteriormente
Nel frattempo si stanno, infatti, registrando enormi perdite di gas nel Mar Baltico. Continua la guerra ai gasdotti (1). Il North stream 1 e il NS2, sono stati gravemente danneggiati (danni senza precedenti a tre linee), presumibilmente sabotati anzi certamente sabotati… Si tratta di un atto di guerra esplicito anche contro la Germania…

Biden: “Se la Russia invade di nuovo l’Ucraina con truppe, carri armati ecc., non esisterà più un Nord Stream 2. Lo toglieremo di mezzo per sempre”.
Giornalista: “Ma, esattamente, come farete, considerato che il progetto è sotto il controllo tedesco?
“Biden:”Le garantisco che siamo in grado di farlo”.
(Fonte: ABC News)

Fonte: ABC News

Ovviamente la stupidità criminale del mainstream italiano in pieno accordo con Kiev addebita (vedi TG1) ai russi il bombardamento del gasdotto (Vedi qui).
Altra provocazione in corso è l’invio della gendarmeria francese ad Izyum per rilevare crimini di guerra che si vorrebbero a carico dei russi, contrariamente alle leggi internazionali, che stabiliscono che questo compito è assunto dalla Croce Rossa Internazionale.

Anti-nuclear protest – Parades and protest marches – Te Ara Encyclopedia of  New Zealand

Sembra un film ma è quanto sta realmente accadendo. Il rischio di guerra totale non è mai stato così alto; nemmeno negli anni della guerra fredda ha raggiunto questi apici. I popoli dovrebbero scendere nelle piazze e nelle strade del mondo contro il sistema di guerra e chi criminalmente lo alimenta.
Facciamo valere la nostra Costituzione. Ripudiamo la guerra.
Fuori l’Italia dalla follia della guerra!

(1) Non è la guerra dei gasdotti. Si tratta della guerra ai gasdotti! È condotta dal governo che risponde al mandato di chi intende affermare filiera e logistica del gas liquefatto. Il gas liquefatto ai prezzi attuali, grazie alla paralisi progressiva dei gasdotti, è diventato ora una realtà economicamente praticabile. Finché il gas era convogliato tramite gasdotti ed ottenuto attraverso accordi e relativi contratti a lungo termine (prezzi bassi e stabili) tra Stati, la filiera del gas liquefatto gestita da grandi privati, peraltro con molti soldi pubblici, non si sarebbe potuta affermare perché non competitiva. Il tutto sta avvenendo a discapito di famiglie e imprese e a vantaggio di quei pochi grandi privati che gestiscono il liquefatto e lo commercializzano speculativamente in borsa mentre agli ingenui creduloni viene indicato Putin quale responsabile dell’incremento anomalo dei prezzi dell’energia

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